Il Futurismo 

 

La nascita del Manifesto 

 

Il futurismo è una corrente artistico letteraria risalente al febbraio del 1909, data della pubblicazione del Manifesto del Futurismo a Parigi, sul quotidiano "Le Figaro".

L'autore del manifesto è Filippo Tommaso Marinetti.

Nonostante le origini italiane Marinetti decise comunque di esordire con il primo manifesto a Parigi, ritenendo la capitale strategica dal punto di vista comunicativo, essendo in quegli anni protagonista della nascita di tante avanguardie.

L'obbiettivo principale del futurismo è di andare contro la cultura ufficiale italiana, ancora fortemente legata alla tradizione letteraria accademica.

 

 

 

Gli 11 punti del manifesto

 

1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.

 

2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

 

3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

 

4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.

 

5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

 

 

 

6, Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.

 

7. Non v'è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.

 

8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.

 

9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.

 

10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.

 

11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

 

È dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il «Futurismo», perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologhi, di ciceroni e d'antiquarii.

 

 

 

La città che sale

 

Umberto Boccioni "La città che sale"
Umberto Boccioni "La città che sale"

 

La città che sale è forse uno degli esempi più rappresentativi della pittura futurista, realizzata tra il 1910 e il 1911.

Protagonista della grande tela è una folla di cavalli sbraitanti, l'anima del dipinto è infatti la dinamicità, l'energia della folla che si muove in rapidi movimenti.. Queste movenze sono ulteriormente evidenziate dalla tecnica divisionista, che con l'aiuto dei colori sgargianti e dei piccoli tratteggi creano velocità nell'azioni che si stanno svolgendo, in uno scenario di battaglia di forze e di movimenti.

L'obbiettivo di quest'opera è di andare oltre la pura raffigurazione degli oggetti e dei personaggi, per arrivare ad un livello comunicativo dell'espressione diretta di un'emozione..

 

 


 

 

Chiara Ibba

 

Liceo Artistico Musicale Foiso Fois di Cagliari

 

Indirizzo Architettura & Ambiente