L'intelligenza collettiva
Che cos'è l'intelligenza collettiva?
L'intelligenza collettiva è un concetto sviluppato dal filosofo francese Pierre Lévy nel 1994
Approfondì gli studi su questa particolare capacità umana presso il centro di ricerca dell'Università di Ottawa, dedicando ad essi il libro "L'intelligenza collettiva. Per un'antropologia del cyberspazio"
Lo studioso Lévy afferma che ogni individuo dotato di qualunque competenza può definirsi intelligente in rapporto con il sapere degli altri, mi spiego meglio: attraverso le informazioni noi acquisiamo delle conoscenze, queste conoscenze vengono trasmesse attraverso lo scambio, il dialogo ed il rapporto con gli altri, ogni atto di comunicazione quindi implica un'apprendimento.
Ogni individuo è intelligente messo in relazione con gli altri, perchè l'altro avrà sempre qualcosa da insegnarmi avendo sviluppato diverse competenze e padroneggiando diverse conoscenze dalle mie.
é importante perciò sviluppare un'intelligenza collettiva, metterci in constante rapporto con gli altri interrogandoci sull'essere indipendentemente dal valore intellettuale e culturale che ha, perchè sarà sempre fonte di insegnamento.
A questo proposito ci troviamo a doverci scontrare con ciò che è definito "multimedia", ovvero i dispositivi per l'elaborazione di informazioni digitali.
L'evoluzione del processo digitale ha dato vita al "Cyberspazio", in altre parole l'internet, dove i processi di comunicazione diventano globali e istantanei, dove siamo a contatto con tutte le informazioni e dove muoversi non significa più prendere un aereo e partire lungo la superficie terrestre ma stare fermi in un luogo ed essere in comunicazione con tutti i luoghi.
Siamo immigrati digitali, viaggiamo per luoghi ed informazioni stando fermi in qualsiasi luogo sia dotato di connessione.
Cyberspazio
La parola americana Cyberspazio è stata impiegata per la prima volta dallo scrittore di fantascienza William Gibson nel romanzo "Neuromante" del 1984.
Il cyberspazio, non è altro che, l'universo delle reti digitali come luogo di scambio e di scontri.
"Sneocdo uno sdtiuo dlel'Untisverià di Cadmbrige; non irmptoa cmoe snoo sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo esesre al pstoo sbgalaito, è ipmtortane sloo che la prmia e l'umltia letrtea saino al ptoso gtsiuo, il rteso non ctona. Il cerlvelo è comquune semrpe in gdrao di decraifre tttuo qtueso coas, pcherè non lgeg ongi silngoa ltetrea, ma lgege la palroa nel suo insmiee."
Questo è ciò che sta dietro l'intelligenza naturale, ciò che l'informatica ha cercato di emulare nell'intelligenza artificiale.
Ciò che succede con internet e l'avvento dei social è proprio lo stesso concetto che sta dietro questo studio realizzato dall'Università di Cambridge, ovvero non prendere in considerazione le intelligenze singole ma creare un collettivo che formi un'intelligenza avanzata.
L'intelligenza Collettiva
Noi siamo
gli immigrati della soggettività.
La domanda che ci dobbiamo porre in relazione con l'altro è: Chi è? l'altro indipendentemente dal valore intellettuale e culturale delle esperienze è qualcuno che sa, conosce cose che io non conosco, ignora molte cose e padroneggia alcune conoscenze.
Ma poichè i rispettivi ambiti di inesperienza non coincidono, egli rappresenta una possibile fonte di arricchimento per la mia conoscenza.
-Pierre Lèvy